La Libertà di dire "No, Grazie!"

La copertina del libro TOTEM,
lo trovai diversi anni fa a un Salone del Libro di Torino
Spiegazioni e testi interessantissimi
e le foto di Chico De Luigi
Ieri sera ho acceso la televisione e su Rai5 c'era una puntata dedicata a uno dei miei programmi preferiti di molti anni fa: TOTEM - Letture, Suoni e Lezioni.L'avevo scoperto quando avevo 16 anni e facevo il corso di Teatro al Marchesato di Saluzzo, ricordo che nel camerino c'erano diverse videocassette e tra queste un cofanetto dedicato proprio a TOTEM, chiesi al regista se potevo portarmelo a casa per guardarlo e mi si aprì un mondo, con i testi di Rilke, Rostand, Calvino, Chatwin e molti altri. Recitati tutti divinamente da Baricco, Gabriele Vacis, Ugo Volli e Stefania Rocca. Certi testi mi sono rimasti nel cuore, così come quel programma, tanto da chiedermi, ma perchè non fanno più una cosa del genere?
Due anni fa sono andata a vedere il meraviglioso concerto di Nils Frahm al teatro Piccolo di Milano e la prima cosa che mi ha emozionata è stata di essere proprio nel teatro dove molti anni prima c'era stato Totem, con quelle caratteristiche balconate rosse.
Ieri quindi mi sono raffiorati una serie di ricordi legati a quei testi, a quelle musiche e a quelle lezioni, alcuni si erano un po' assopiti, forse oscurati dai tanti altri testi scoperti in questi anni, ma è incredibile quanto alcune cose ti rimangano tanto dentro e quanto siano pieni d'importanza, basta poco per riaccenderli.
Per esempio c'è questo testo tratto dal Cyrano de Bergerac di Edmond Rostand, è una cosa in cui credo molto e che io, non avendo il dono della scrittura, non riuscirei mai a comunicarla in questo modo così preciso, così mi affido alle sue parole.


Orsu' che dovrei fare?
Cercarmi un protettore,eleggermi un signore,
e dell'ellera a guisa che dell'olmo tutore
accarezza il gran tronco e ne lecca la scorza,
arrampicarmi invece di salir per forza?
No, grazie!
dedicar com'usa ogni ghiottone,
dei versi ai finanzieri? Far l'arte del buffone
pur di veder alfine le labbra di un potente
atteggiarsi a un sorriso benigno e promettente?
No, grazie!
saziarsi di rospi?
Digerire
lo stomaco per forza dell'andare e venire?
consumar le ginocchia?
misurar le altrui scale?
far continui prodigi di agilita' dorsale?
No, grazie!
Accarezzare con mano abile e scaltra
la capra e intanto il cavolo innaffiare con l'altra?
E aver sempre il turibolo sotto de l'altrui mento
per la divina gioia del mutuo incensamento?
No, grazie!
Progredire per girone in girone,
diventare un grand'uomo tra cinquanta persone,
e navigar con remi di madrigali,e avere
per buon vento i sospiri di vecchie fattucchiere?
No, grazie!
Pubblicare presso un buon editore,
pagando, i propri versi?
No, grazie dell'onore!
Brigar per farsi eleggere papa nei concistori
che per entro le bettole tengono i ciurmatori?
Sudar per farsi un nome su di un piccol sonetto
anzi che scriverne altri? Scoprire ingegno eletto
agl'incapaci, ai grulli; alle talpe dare ali
lasciarsi sbigottire dal rumor dei giornali?
E sempre sospirare, pregare a mani tese:
Purche' il mio nome appaia nel"Mercurio Francese?"
No, grazie! Calcolare, tremar tutta la vita
far piu' tosto una visita che una strofa tornita,
scrivere suppliche, qua e la farsi presentare? ...
Grazie no, grazie no, grazie no!
Ma...cantare,
sognar sereno e gaio, libero, indipendente,
aver l'occhio sicuro e la voce possente,
mettersi quando piaccia il feltro di traverso,
per un si, per un no, battersi o fare un verso!
Lavorar, senza cura di gloria o di fortuna,
a qual sia piu' gradito viaggio, nella luna!
Nulla che sia farina d'altri scrivere, e poi
modestamente dirsi: ragazzo mio, tu puoi
tenerti pago al frutto, pago al fiore, alla foglia
purche' nel tuo giardino, nel tuo, tu li raccoglia!
Poi se venga il trionfo, per fortuna o per arte,
non dover darne a Cesare la piu' piccola parte,
aver tutta la palma della meta compita,
e, disdegnado d'essere l'ellera parassita,
pur non la quercia essendo,o il gran tiglio fronzoluto
salir anche non in alto, ma salir senza aiuto!


Alessandro Baricco e Gabriele Vacis