Le invasioni nel web


Il progetto di "Shut Up!" mi sembra indicato per questo sfogo

Accendo il computer, aspetto che si carichi del tutto, apro la finestra di Internet e inizia la navigazione.
Una volta era un piacere, passavo ore interminabili nel web, per fare ricerche e per scoprire più cose possibili. E ne ho scoperte anche parecchie, tra artisti, musica, testi e via dicendo.
Ho conosciuto anche molte persone e sono contentissima di questo...
Il mio percorso artistico ha riscontrato una bella risposta, proprio grazie ad internet.
Ma è cambiato qualcosa...


Accedo a Behance, un social network sull’arte, e non ho idea di quanti artisti ci siano iscritti lì sopra. Un’invasione. All’inizio mi mettevo lì e guardavo gli artisti meritevoli emergenti, ora mi sono stufata. C’è talmente tanta roba che mi fa perdere subito la voglia di curiosare. In più ci sono così tante cose uguali e  scopiazzate da altri artisti che perdono immediatamente valore.
All’inizio, quando ho iniziato il mio percorso con gli autoscatti, non mi ricordavo che ci fosse così tanta gente che voleva comunicare con la sua immagine. Ora ce ne sono un’infinità. Incredibile. Quest’invasione crea ansia. Quest’arte buttata così, crea ansia. Tutti questi artisti creano ansia. Tutta questa competizione, crea ansia. Ognuno può fare arte e allora via, buttiamoci tutti nel grande minestrone virtuale, a far vedere quanto siamo bravi, a ricevere più visualizzazioni e like possibili. A rincorrere quel sogno di tutti “DIVENTARE FAMOSI”, per fare palate di soldi e di riconoscimenti.
Accedo a Premio Celeste e anche lì stessa cosa. Anche su Deezer, Bandcamp, Soundcloud e GogoYoko, che sono di musica. Anche su Breakfast Jumpers, un blog musicale. Invasione di artisti ovunque. Anche su siti di danza, teatro, riviste indipendenti e non…  e chi più ne ha, più ne metta.
Accedo su Artribune e leggo notizie solite di arte intellettuale noiosa oppure di scoperte prive di emozione sull’arte contemporanea. Poi su GAi, poi su Exibart (tutti siti d’arte) e anche lì sempre le solite notizie e pubblicità continue di innumerevoli artisti contemporanei, che dopo aver letto già ti dimentichi e nel giro di qualche anno si sono dimenticati già tutti i critici e collezionisti. Altri li hanno già rimpiazzati, come succede nella televisione per i vincitori di “Amici”, “Xfactor” e i vari reality. Gli artisti del passato invece ce li ricordiamo tutti, anche chi dell’arte non se ne intende. E la maggior parte dei musei vivono proprio su di “loro”. Chissà perché.